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Home restaurant: pronta una legge per regolamentare il boom

Secondo una ricerca di Confesercenti, nel 2014 l’universo degli home restaurant – ovvero pranzi e cene “a tema” a casa di privati – avrebbe fatturato in Italia 7,2 milioni di euro. I cuochi “social” attivi sarebbero 7 mila, oltre 37 mila gli eventi “social eating” organizzati, con una partecipazione di circa 300 mila persone. L’incasso medio stimato per singola serata è di 194 euro. Per evitare che quella dei cuochi domestici diventi un’attività professionale nascosta che crea concorrenza sleale nei confronti dei pubblici esercizi, una legge già approvata in Commissione Attività produttive e pronta per il voto alla Camera introduce alcuni paletti, soprattutto di natura fiscale: massimo 500 pasti all’anno (poco più di 1 coperto al giorno) e 5 mila euro di incasso lordo per cuoco. E per evitare che in una stessa famiglia le cifre si sommino perché è più di uno a cucinare, i 5 mila euro di proventi saranno calcolati “ad abitazione”.  Chi apre un home restaurant, inoltre, sarà tenuto a presentare la cosiddetta  “Scia”, ossia la dichiarazione di inizio attività commerciale, pena il pagamento di una multa. Le transazioni di denaro, inoltre, dovranno essere effettuate esclusivamente attraverso sistemi di pagamento elettronico. Resta invece irrisolto il “nodo” delle norme igieniche, visto che la legge non prevede vengano effettuati controlli igienico-sanitari.

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